Tratto dalla prefazione della ristampa del libro LE BRIGATE GARIBALDI 127A E 181A NEL GALLARATESE E IL PARTIGIANO JOHN. (scaricabile da questo sito in formato pdf: https://assconcettomarchesigallarate.files.wordpress.com/2020/01/le-brigate-garibaldi-127-e-181-nel-gallaratese-x-sito-corretta-2022.pdf
dedicato all’80° di quel 8 settembre 1943
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…Fino a quel Luglio/ Settembre del 1943 pareva proprio che si potesse solo cercare di sopravvivere e, per una famiglia come la mia, dichiaratamente Antifascista, si alternavano i giorni di botte e di olio di ricino. Poi la svolta: il suicidio politico di Mussolini (traditore due volte), la fuga del re, i nazisti e i fascisti imperversanti sul territorio e gli Americani arroccati al sud. Era l’8 settembre, il giorno in cui molte vite cambiarono, il giorno del riscatto.
“Con un governo fantoccio e i nemici in casa, imbracciammo, popolo orgoglioso, i nostri fucili e salimmo sui monti.” Nacque così la Nostra Resistenza (patrimonio da cui Mai ci staccheremo) e nacquero CLN e brigate partigiane. Ma come mai dei giovani decisero di arruolarsi in questi gruppi di resistenti, lasciare tutto e rischiare la vita? La risposta che si coglie dal libro è semplice: perché era giunto il momento di lottare e perché era giusto. Finalmente lo Spirito del Patriottismo aveva vinto. Qui mi par giusto fare un appunto sulla parola PATRIOTTISMO. Tale termine indica qualcosa di positivo, un senso di unità e di collettivo impegno, per rendere la propria terra un luogo di coesione e pace, in cui sentirsi parte di qualcosa di più grande.
Nel corso dei decenni, a partire dalla fine del 1800 però, si strumentalizzò questo sentimento e lo si trasformò in nazionalismo. Infatti, al bene della patria si affiancarono sentimenti di prevaricazione verso gli stranieri o estranei, spirito di conquista coloniale e poi imperialista, volontà di repressione delle libertà delle patrie altrui e degli altri popoli.
Nella Resistenza invece l’Amor di Patria tornò puro e vero. Ancora una volta la nostra Italia era minacciata dagli oppressori (come accadde prima dell’Unità). Questa volta però erano i nazisti ed erano supportati da traditori interni, i fascisti, che ci avevano lasciato nelle loro mani e che, nella loro ridicola repubblichetta di Salò, continuavano a fingere di contare qualcosa nel mondo. In questa situazione si agì, senza guardarsi indietro, con consapevolezza e voglia di riscatto umano contro le barbarie.
“La Preghiera dei Banditi” degli Atarassia Grop
“Nati noi non fummo per esistere ma dati al mondo per
resistere con nuovi nomi al volto
Si cambiò l’orgoglio in desiderio, le sconfitte in determinazione,
il pianto in lacrime di piombo
Così nei dintorni dell’8 settembre fummo pronti a fare a pugni
con la vita
Così senza mai piegarci alla fatica affrontando una salita che
non finiva mai, mai
Quando ribellarsi non assomigliava affatto al vanto di una sera
ci scegliemmo la bandiera
Signore dei banditi, oltre alla pelle, non abbiamo altro da dare
se non questa preghiera
Fa che i figli del nostro sacrificio portino nel cuore sangue e
libertà
Fa che ancora tra cent’anni ci sarà chi curerà questa ferita che
non guarisce mai, mai, mai
Che non guarisce mai.
Fa che non sia mai una bugia il nostro sangue sulla neve
Che non si chiami nostalgia l’urlo delle camicie nere
E se cadremo fa che un fiore o una poesia nasca per farci
compagnia
Per sempre banditi!
Per sempre banditi!
Per sempre banditi!
Banditi! ”