TAORMINA, TAORMINA

 

seb sagldi Sebastiano Saglimbeni

 Un’opera imponente del professore storico ricercatore Giuseppe Restifo. S’intitola “TAORMINA/Una storia… e non solo”. Editata a Messina da Armano Siciliano si apre con  una limpida ed intensa prefazione di Mario Bolognari. Che, fra l’altro, scrive: “Questo lavoro è molto utile per comprendere che molte delle difficoltà che noi riscontriamo oggi hanno un’origine lontana, con caratteristiche di sistema, e non sono il frutto recente di comportamenti e atteggiamenti dei singoli cittadini, imprenditori o ospiti, quasi che ci fossero i ‘cattivi’ da una parte e i ‘buoni’ dall’altra”.

   270 pagine con oltre 250 illustrazioni eloquenti e con l’indice dei nomi, aspetti pregevoli in un’opera del genere.  “Due vette collegate da un semicerchio. Quale sia stata la loro struttura naturale, fatto è che l’arte è venuta in aiuto”: la descrizione del teatro antico di Taormina proposta da Goethe è sintetica e “storica” al tempo stesso. Il suo richiamo all’“arte”, all’opera umana, invita a seguire un itinerario storico, a riandare all’indietro nel tempo per verificare i mutamenti nel rapporto fra il sito naturale e l’insediamento urbano e sociale taorminese”. L’incipit, questo, della meditata e pure sofferta scrittura di Restifo, che, in più tratti delle pagine, si rivela una coinvolgente narrazione.Libro Taormina

    Le illustrazioni si diceva. Chi questa nota redige, rimasto parecchio rifatto dopo la lettura dell’opera, ricorda quelle che contemplano le donne dalla veste lunga sino ai piedi scalzi. Nella sua Limina, comunità collinare non tanto distante da  Taormina, ritornavano negli anni Quaranta del secolo scorso dalla fontana con la quartara dritta, dritta sulla testa.

   Illustrazioni rare che  ci richiamano a certi eccelsi  dipinti  di notevoli artisti. Nell’opera è stata riprodotta un’illustrazione di  una portatrice d’acqua con la quartara coricata sulla testa, poi quella  in una cartolina postale del 1910 con altre donne scalze con la quartara dritta sulla testa. Siamo durante l’era contadina.

   E le stupende illustrazioni contemplanti le giovani e i giovani nudi? Si leggono a pagina 216 e 220. Comunicano quanto le sculture  di un artista di spicco. Sono state eseguite dal grande fotografo tedesco il cui ritratto è riportato nel volume. Vogliamo dire di Wilhelm von Gloeden, morto a Taormina nel 1931. Le due pagine, dal titolo “Abbordando il futuro”,  concludono il volume sulla famosissima comunità ionica. L’autore scrive: “Ma chi erano i taorminesi, e chi sono? Si può essere d’accordo con Bolognari: “La verità è che nessuno lo sa perché nessuno si è mai occupato di loro. Non esiste  uno studio, un libro, un articolo che parli di come sono fatti, di quali attività svolgono, di quali aspirazioni hanno, di come vivono, parlano e sognano”. Taormina teatro grecoNegli ultimi 4 righi scrive: “ Il risultato della ricerca evidenzia l’importanza del fatto che il taorminese contribuisce allo sviluppo turistico ed economico di Taormina, storicamente considerata come meta turistica d’eccellenza. Il primo ventennio del XXI secolo propone problemi del tutto nuovi a chi vuole auto-governarsi, affrontando il futuro con progetti di un nuovo equilibro fra l’ambiente, la gente di Taormina e i loro visitatori”.

  Un’opera, in conclusione, riuscita, come altre a firma dello storico Restifo, e che completa pienamente l’essere  remoto ed odierno della famosa Taormina.